NOI Audemars Piguet: ROYAL OAK 40 YEARS From Avant-Garde to Icon (Video) USA falso

ROYAL OAK 40 Years
From Avant-Garde to Icon

Un viaggio attraverso le origini di un segnatempo diventato icona

Dal 17 al 22 aprile prossimi alla Triennale di Milano Audemars Piguet terrà la tappa italiana della mostra che ha organizzato per festeggiare i 40 anni del suo orologio icona Royal Oak.

Utilizzando design, fotografia, suono e video di tre artisti che appartengono in modo inequivocabile al 21° secolo, Sebastien Leon Agneessens, Quayola e Dan Holdsworth, la manifattura ha curato un’esibizione di 100 eccezionali segnatempo posti sullo sfondo di un palcoscenico che mette in risalto le origini, la maestria e la capacità artistica di Audemars Piguet, i nuovi messaggi su cui il marchio ha deciso di puntare dai primi mesi del 2012 con la sua nuova campagna pubblicitaria.

Mostra Audemars Piguet 40° Royal Oak

Grazie alla geniale penna di Gerald Genta che ne tracciò le linee è con il Royal Oak nel 1972 che Audemars Piguet presentò il primo segnatempo sportivo di lusso di Alta Orologeria. Osservandolo le quattro caratteristiche che definiscono questo segnatempo sono più che mai riconoscibili: la lunetta ottagonale fissata con otto viti esagonali, uno dei più sottili movimenti automatici, il bracciale integrato alla cassa e il motivo tapisserie sul quadrante.

L’esibizione – creata, sviluppata e realizzata globalmente dall’agenzia MA3 – cattura e illustra come il Royal Oak sia diventato l’icona che è oggi, reinterpretando le origini e la modernità di Audemars Piguet attraverso la prospettiva innovativa e contemporanea degli artisti sopra menzionati. L’installazione, la fotografia, il suono e il video creano un ambiente che porta il visitatore ad immergersi nella Vallée de Joux, il luogo di nascita dell’Alta Orologeria in Svizzera, illustrando allo stesso tempo la sua storia come non è mai stata mostrata prima.

La Vallée de Joux, nelle montagne del Jura svizzero, è stata per millenni un ambiente aspro e inflessibile, un luogo con una natura selvaggia e un clima ostile. Dal sesto secolo i monaci furono i primi a stabilirsi nella Vallée, poiché in questa esistenza austera videro la serenità e la spiritualità. E’ anche la sede di Audemars Piguet dal 1875, nel villaggio di Le Brassus. I primi orologiai lavoravano la terra durante l’estate mentre durante l’interno, alla luce uniforme del Nord, si concentravano per dominare i più complessi meccanismi conosciuti dagli orologiai. Viaggiando attraverso i Secoli, la ricerca dell’eccellenza e maestria dell’Alta Orologeria, insieme al rispetto per la tradizione, sono sempre stati i valori su cui ancora oggi punta Audemars Piguet.

Sebastien Leon Agneessens, la mente creativa dietro tutto il progetto della mostra, ha tratto la sua ispirazione dalle origini del marchio a Le Brassus. Centinaia di bastoni tubolari di differenti altezze simbolizzano i boschi della valle e sono trattati come fossero delle sculture sonore simili ad un organo; i bastoni circondano l’area espositiva, fatta in modo da ricordare una roccia minerale frammentata come quelle che si ritrovano nella Vallé de Joux, che simbolizza Audemars Piguet. La parte esteriore angolare e multisfaccettata di ogni frammento e la sua scura superficie metallica riflettente si ispira al Royal Oak e crea un contrasto naturale con l’interno in legno che riflette la lunga tradizione di Audemars Piguet e le sue umili origini.

Gli obiettivi contemporanei del fotografo Dan Holdsworth catturano il terreno della Vallé de Joux e la sua speciale – cosmica – relazione con il tempo. Egli documenta la valle nelle sue ore più silenziose, catturando le antiche foreste e la topografia glaciale sotto la presenza celestiale della nebbia o della luna per trasmettere lo straordinario significato temporale conferito al paesaggio. Questo incredibile legame tra la natura, l’uomo e le sue creazioni, i complessi movimenti che sono diventati i cuori pulsanti di ogni segnatempo Audemars Piguet, continua a vivere a Le Brassus nel 21° secolo e ispira gli orologiai di oggi nel la loro ricerca senza fine per rivelare i misteri della natura. Una di queste immagini è stata selezionata per la campagna istituzionale di Audemars Piguet, lanciata in tutto il mondo all’inizio di gennaio 2012.
Il lavoro di Quayola per la mostra dedicata ai 40 anni è uno studio e una celebrazione della “materia” stessa, la sostanza di tutti gli oggetti fisici. L’installazione si focalizza sulla continua trasformazione e metamorfosi della materia: dalla grazia, la complessità e l’imprevedibilità delle forme geometriche, fino alla perfezione, la bellezza e la precisione degli oggetti artistici fatti dall’uomo. Attraverso un processo di continua mutazione e metamorfosi esplora contemporaneamente l’arte classica, la scultura negli anni ’70 e l’estetica digitale contemporanea. Sculture specifiche sono state reinterpretate dall’artista come icone nell’artigianato umano, riflettendo sulla vista classica della padronanza dell’uomo sulla materia.

Le celebrazioni riservate al 40° anniversario del Royal Oak, che dureranno per l’intero anno 2012, si svolgeranno a New York, Milano, Parigi, Beijing, Singapore e Dubai e saranno aperte al pubblico.

Per maggiori informazioni visitate il sito web Audemars Piguet.

Audemars Piguet: ROYAL OAK 40 YEARS From Avant-Garde to Icon
Mostra itinerante mondiale dedicata ad omaggiare i 40 anni dell’orologio Royal Oak.
Il PERIODO non era proprio florido sia per l’umanità che per l’orologeria.Infatti quest’ultima, si vedeva ad affrontare l’invasione del quarzo, che dal Giappone, arrivava feroce e spietato, mandando in crisi l’intera produzione elvetica.Molte delle Case produttrici, all’epoca, videro abbassarsi drasticamente la produzione e i fatturati, mentre il quarzo raccoglieva consensi e plausi di tutte le classi sociali.Anche le Case più blasonate si videro in seria difficoltà, quando prese alle strette, dovettero ingegnarsi con qualcosa di rivoluzionario.Anche Patek Philippe scelse una strada ANCORA inesplorata con il suo Nautilus, mentre Omega si chinò verso l’elettronica.Rolex invece continua per la sua strada, anticipando addirittura i tempi del dopo crisi.In Audemars Piguet invece fa capolino tale Alessandro De Marchi, importatore italiano del Marchio, che vista l’antiquata collezione proposta dalla Casa, decide di fare richiesta di un orologio che ANCORA non esisteva, un orologio che racchiudesse in se la sportività che mancava nel panorama di Audemars Piguet e in quello mondiale.Alla guida dell’Azienda, in quel PERIODO, troviamo Georges Golay, a capo dal 1969 e rimasto fino alla sua scomparsa nel ’87, che diede fiducia alla lungimiranza di De Marchi.
Starts: 04/17/2012 09:00AM

Ends: 2012-04-22:00.000

Viale Emilio Alemagna, 6
Milano
20121
Italy